Hip Hop Style

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. MANUHELLCSA
     
    .

    User deleted


    Moda urbana nata nei ghetti afroamericani di New York sull’onda del movimento musicale e artistico, le radici storiche di questa corrente risalgono agli anni ’70 nel Bronx dove le comunità nere ed ispaniche erano più concentrate e dove si radunavano nei Block Party (momenti di festa che vedevano come palco la strada) e ognuno animava la vita della strada con feste improvvisate suonando, cantando e ballando la loro musica. Successivamente arrivano altre discipline correlate all’hip hop: Il Writing, la breakdance e DJing, manifestazioni di un nuovo punto di vista, di una via alternativa alle gang, un modo positivo per rimanere in contatto con la strada, con la comunità e lo spirito day-to-day degli afroamericani. Ogni disciplina è intrisa nel’arte dell’improvvisazione, data dall’interpretazione soggettiva dei fatti, basata sulle proprie esperienze ed emozioni.

    Image and video hosting by TinyPic

    Il tutto può essere diviso in due grandi filoni: quello della East Coast e quello della West Coast, il primo è più povero, le persone che vi fanno parte non fanno musica per soldi e soprattutto non mettono in mostra ciò che hanno; al contrario, il secondo, che ha come elementi del gruppo persone che hanno catene d’oro, macchine di lusso e anelli vistosi. L’hip hop è un modo di vivere e alla sua base c’è il Freestyle, tecnica adottata dagli MC (Master of Ceremony o Microphone Controller) per mostrare la propria bravura, e in questa mettono in rima quello che ogni ragazzo sente o vede, la maggior parte dei pezzi tratta argomenti veri e vissuti e i contenuti sono molto espliciti. Come è abbastanza evidente il modo di vestire che indica appunto uno spirito di libertà, oltre che avere un significato, in quanto nei pantaloni larghi non ci si sta solo comodi ma è possibile nascondere facilmente una bomboletta o una pistola, il berretto tenuto basso fino a coprire il viso serve per evitare di essere riconosciuti e le bandane vengono usate come segno di appartenenza ad una determinata gang.

    Quindi ogni disciplina richiedeva uno specifico abbigliamento, in quanto il modo di vestirsi è vero simbolo di appartenenza ad un gruppo; abito come messaggio, necessità, espressione di ciò che si è e che si vuol dire. Non sono solo le canzoni che parlano la vita di gruppo, quella della crew, illegale e clandestina, fatta di bombolette, armi da guerra che di notte lasciano il segno sui vagoni dei treni, tag di distinzione e appartenenza ma anche gli abiti. Perché gli abiti parlano, raccontano di un nero del ghetto che ha sfondato con un disco ed ora ostenta il successo con patacche d’oro e brand osannati; rappers che diventano bandiere di accaniti seguaci; pro model di marchi e loghi; skaters che indossano abiti da lavoro: ruvidi, consistenti, tecnici, autentici. Tutto rigorosamente oversize = liberi nei movimenti, quindi pantaloni da combattimento dal cavallo bassissimo che venivano spesso arrotolati, comode maglie da sovrapporre, felpe con cappuccio; scarpe da ginnastica con possibilmente le stringe slacciate o scarponcini da lavoro, semplici o supertecniche. Non dimentichiamo gli accessori, che stanno alla base dell’abbigliamento dei rappers, grosse cinture; cappellini da basket, da pesca o militari; bandane; pesanti gioielli d’oro abbinati a vistosi occhiali da sole. Negli anni ’70-’80, sulla scia della breakdance, andavano per la maggiore tute strette, con collo alto, camicie a scacchi, bandane e ciondoli vistosi.


    Image and video hosting by TinyPic

    Tutto questo negli anni ’80 invase il resto del mondo dando cosi vita a un movimento socio culturale di proporzioni mondiali, ma l’Europa esagera in tutte le forme di fashion, cerca un’interpretazione estrema ma soprattutto vive di riflesso. Mentre in America l’Hip hop continua a invadere tutto il continente con i suoi colori accesi dei vestiti che riflettono gli elementi cromatici dei graffiti che spuntano sui muri delle città, si espande in altre discipline come il surf, lo skate e quindi si da vita ad un’altra moda che vede una leggera sobrietà, pantaloni sta-prest, giacche da lavoro, colori meno accesi, ma il militare e il camouflage è sempre stato un capo cult semplice ed economico.

    Image and video hosting by TinyPic

    Hip hop style è uno stile nato dalla strada, che ha dettato legge. L’hip hop è un fermento di idee e di mode. Ad oggi sono numerose le edizioni limitate per collezionisti di un’estetica cha va a ritmo di rap e graffiti underground, nata graffiando i marciapiedi nei ghetti americani ed è finita nei negozi specializzati, tra i maggiori marchi produttori ci sono: Karl Kani, Cross Color, Tommy Hilfigher, Fubu, Pelle Pelle, Avirex, Rocawear, J.Lo, Ecko Red, Mecca.

    “Questa è una cultura non è solo suono. Questa è una cultura non è solo moda. Questa è una cultura, una storia vera, questa è per chi c’era e per chi non c’era.” [cit. HippityHop (per Spider-7 R.I.P.)]

    Con questo primo articolo vogliamo inaugurare una nuova rubrica dedicata all’abbigliamento e alla moda hip hop
     
    .
  2. Rightweel
     
    .

    User deleted


    bell' articolo
     
    .
1 replies since 3/8/2009, 16:15   46 views
  Share  
.